Storia di Calvagese della Riviera

Ultima modifica 24 febbraio 2020

Il territorio di Calvagese della Riviera è posto sulle ultime propaggini dell'anfiteatro morenicodel lago di Garda, conformazione prodotta da un immenso ghiacciaio in ritiro.Delimitato da un lato dalle immense alluvioni del fiume Chiese lungo il quale, a pelo d'acqua, vi sono ancora visibili depositi marini costituiti da barriere rocciose.
Il paese è situato su una altura collinare alla sinistra del Chiese a 225 metri di altitudine ed è costituito da tre nuclei fondamentali : Calvagese, il capoluogo, Carzago, Mocasina.
Carzago era fino al 1927 comune autonomo. All'inizio del secolo scorso si diede una nuova denominazione in Carzago Riviera, in quanto dal suo territorio, nella zona collinare, ad est , si può ammirare il lago di Garda.
Certamente a Calvagese vi furono insediamenti di coloni (ville) in epoca romana, dei quali sono stati ritrovati dei resti. Verso il decimo secolo venne costruito il Castello per ripararsi e difendersi dalle invasioni degli ungari. Anche a Mocasina nello stesso periodo venne costruita una rocca nella località denominata Torre che sovrastava il guado del fiume che collegava il proprio territorio con quello di Prevalle (al tempo Goglione di sopra e Goglione di sotto).
A Carzago il Castello ancora oggi testimonia con le sue mura la sua funzione di difesa contro le invasioni barbariche del medioevo. Si pone su un leggero rialzo del terreno e sovrasta il paese. Di forma quasi quadrata con quattro piccole torri circolari venne costruito alla "paesana" con ciottoli, senza regolarità.
Il "Mastio" si innalza sulla porta di ingresso a mezzogiorno ed è stato trasformato in campanile.
Calvagese con Mocasina e Carzago gravitarono religiosamente ma anche economicamente e socialmente nella Pieve di Pontenove. Parte del territorio del Comune fu proprietà del Vescovo di Brescia che aveva infeudato numerosi territori nella valle del fiume Chiese. Risulta che anche gli Averoldi, signori del Castello di Drugolo all'incirca da poco dopo il decimo secolo e sino all'inizio del 1900, possedessero numerose proprietà nel territorio comunale. Parte del territorio di Carzago, invece, appartenne ai conti di San Martino, che vi tenevano degli Arimanni. L'imperatore Enrico VI, per acquisire meriti spirituali e salvarsi l'anima, fece dono di gran parte del territorio di Calvagese al Monastero di Leno.
Lentamente le pievi iniziarono a perdere la loro importanza e iniziarono a connotarsi meglio le autonomie delle piccole comunità e anche Calvagese e Carzago si costituirono come Comuni e religiosamente si resero autonomi costruendosi proprie chiese.
Nel secolo XIV sorse a Calvagese la chiesa intitolata a San Pietro.Della chiesa di San Giorgio a Mocasina si ha notizia in un'investitura del Vescovo di Brescia del 2 giugno 1342.
Originariamente il territorio di Mocasina faceva parte della parrocchia di Calvagese e nel luglio 1580 resa autonoma in occasione della visita pastorale di San Carlo, vescovo di Milano.
A Carzago la chiesa venne costruita verso la fine del 1300 e ultimata presumibilmente nel 1410, data scolpita su un capitello romanico sul lato meridionale della chiesa.
Carzago deriva probabilmente dal nome "cardo" e infatti sin dal 1500 lo stemma dell'ex Comune riportava la figura di tre cardi. Nel secolo XVIII venne costruita l'attuale chiesa utilizzando il fianco del precedente edificio di culto.
Il Comune di Calvagese nel medioevo era uno dei maggiori centri del basso Garda. Si pensi che nel 1387 contava 18 fuochi (comunità famigliari con numerosi componenti ciascuna) e Carzago 6, Bedizzole, sede della pieve 20, Desenzano solamente 8.
Calvagese e Carzago vennero assoggettati al dominio veneto e fecero parte della provincia veneta denominata "Magnifica Patria" che aveva suo capoluogo Salò. Più volte il Comune di Brescia cercò di annettersi i territori dei due comuni. Nel 1532 con altri comuni tentarono di costituire un Provveditorato autonomo con a capo un Podestà bresciano, ma il tentativo fallì.
Momenti difficili furono vissuti dalla popolazione nel maggio del 1705 quando le truppe francesi saccheggiarono tutto il territorio. Vi è testimonianza scritta della profanazione della Chiesa di Mocasina dalla quale vennero asportati tutti gli oggetti preziosi. I francesi lasciarono per molto tempo un amaro ricordo "compiendo enormità per le chiese e con le donne", usando cioè anche violenza alle donne del comune.
Carzago, in particolare, ricorda la presenza di famiglie illustri, proprietarie di gran parte dei terreni, e lì rimangono ancora oggi le loro dimore signorili: gli Aleni di Bottenago, i Rovellio dell'Arzaga, i Conter di Salò, i Buzzoni de Accursi pure di Salò, gli Averoldi di Cadignano a Drugolo.
Il paese fu testimone il 6 agosto 1848 delle imprese dei 200 uomini della legione Borra, che sbaragliarono un contingente austriaco.
L'economia fu sino al tempo della seconda guerra mondiale agricola, dove le colture principali erano i bachi da seta e la vite. In un Dizionario corografico-universale del 1850 a proposito di Mocasina si leggeva: "territorio coltivato diligentemente a viti e a gelsi". Oggi si distingue per la produzione del buon "groppello di Mocasina", vino doc.
Attualmente, la vocazione agricola del territorio comunale è testimoniata dalla presenza di alcunen aziende agricole e vitivinicole con terreni destinati alla produzione di cereali e di vini pregiati quali il Groppello appunto, ma anche il Riesling e il Chiaretto, noti e apprezzati non solo in ambito bresciani. Accanto all'agricoltura, a partire dagli anni sessanta, si è affermato il settore artigianale che oggi rappresenta un pilastro dell'economia di Calvagese e che può contare sulla presenza di numerose imprese la cui produzione spazia dal settore dell'arredamento, della lavorazione dei metalli, a quello floro-vivaistico, delle costruzioni e dell'impiantistica.
Inoltre, nell'ultimo decennio il territorio del Comune di Calvagese della Riviera ha conosciuto dei cambiamenti significativi, sia per il recente incremento demografico che per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi per i cittadini.


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